Il raffrescamento evaporativo adiabatico è il più antico sistema conosciuto per il rinfrescamento degli ambienti, e sfrutta il principio fisico naturale per cui l’acqua, evaporando, abbassa la temperatura dell’ambiente circostante. Il sistema adiabatico produce la refrigerazione attraverso lo scambio di energia tra acqua e aria.
I numerosi ricambi d’aria garantiti dall’impianto di raffrescatori evaporativi mantengono l’ambiente fresco e gradevole: eliminano polveri, aria viziata, odori, germi e contribuiscono anche a ridurre la carica virale presente nell’aria.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (Rapporto ISS COVID-19 n° 33/2020) già con 15 ricambi d’aria viene eliminato il 99,9% degli inquinanti gassosi ogni 20 minuti.
Si tratta di una soluzione adatta al raffrescamento di ambienti industriali di medie e grandi dimensioni, ma anche per rinfrescare singoli macchinari o isole di lavoro. L’aria fresca viene diffusa anche in caso di ambienti con porte e finestre aperte.
I costi di acquisto, installazione e gestione dei raffrescatori evaporativi sono fino a 10 volte inferiori rispetto ai tradizionali impianti di climatizzazione.
Non impiega liquidi refrigeranti o gas dannosi per l’ambiente e, grazie al principio dell’evaporazione, non spreca acqua ed energia elettrica.
È l’impianto ideale per vincere il caldo estivo e per sanificare l’aria degli ambienti, rendendoli più confortevoli e affidabili, per il benessere e la produttività.
Qualità dell’aria indoor e microclima, anche modulati dalle condizioni stagionali esterne, possono rappresentare fattori chiave nella trasmissione di infezioni e nei modelli epidemiologici stagionali negli ambienti indoor. Una ventilazione adeguata e un regolare ricambio d’aria sono necessari per garantirne la salubrità riducendo la concentrazione di particolato e inquinanti di natura biologica. In base a quanto sopra con la diffusione della pandemia, nel 2020 l'Istituto Superiore di Sanità ha studiato l’impatto degli impianti di ventilazione e climatizzazione nella proliferazione del Covid-19 e ha disposto alcune indicazioni in merito.
Secondo tali studi, la potenziale presenza in ambiente, in cui vi sia un soggetto contagioso per COVID-19, di droplet (“goccioline”) nuclei infettanti, contemporaneamente alla presenza di un impianto di ventilazione e climatizzazione in funzione (e senza ricambio d’aria), comporta il rischio che il SARS-CoV-2 possa essere veicolato a distanza attraverso le condotte di distribuzione dell’aria o persistere in ambiente con conseguente potenziale re-immissione nell’ambiente di aria contaminata e quindi aumento della probabilità di trasmissione del virus.
È stato poi rilevato quanto sia significativo l’impatto del ricambio dell’aria per ventilazione sulla diluizione della carica infettante virale e, secondo il Rapporto ISS COVID-19 n° 33/2020, è possibile considerare che con un impianto di ventilazione, come quello realizzato con i raffrescatori evaporativi Aquarial, sono sufficienti solo 15 ricambi d’aria ogni ora per rimuovere dall’aria in soli 20 minuti il 99% delle particelle sospese (aerosol) e degli inquinati gassosi.
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