
Climatizzazione e raffrescamento hanno interessato l’architettura mediterranea fin dai tempi più remoti. Brillantemente i popoli della tradizione hanno affrontato le dinamiche microclimatiche risolvendo “naturalmente” situazioni di surriscaldamento e difficili condizioni abitative dovute all’alta temperatura.
Contro le modalità di raffrescamento utilizzate dagli attuali condizionatori, si torna ad analizzare come le antiche generazioni ricercavano il benessere ambientale introducendo metodi naturali, ecologici ed economici. La semplicità appaga: oggi il raffrescamento evaporativo moderno sfrutta quei medesimi principi.
Medio-Oriente islamico
Afflitti da clima caldo-secco e temperature tra i 40° ai 50° C d’estate, le popolazioni islamiche hanno cercato nella natura metodi utili per rinfrescarsi e ventilare gli edifici, sfruttando principalmente l’acqua.
La disposizione delle “case” era pensata per realizzare i giusto equilibrio tra zone di luce e parti in ombra, canalizzare il flusso del vento e creare luoghi di corrente in cui il raffrescamento era massimo. La particolare costruzione di sistemi edilizi controllava la ventilazione naturale e sfruttava il raffrescamento grazie al principio di evaporazione dell’acqua, rispettando la funzione degli edifici, la tipologia e le condizioni socio-economiche di cui si disponeva.
Ventilati e più freschi
La popolazione araba ha il grande pregio di aver “studiato” e approfondito a lungo metodi di ventilazione naturale, applicati e tutt’oggi comprensibili visitando malqaf, Qà’à e bad-ghir.
1_malqaf
Torri di captazione, poste sulla sommità di locali e dotate di colonnato aperto nella direzione dei venti dominanti. La massa muraria sfrutta le ore notturne per raffreddarsi, asportando calore dall’aria all’interno dell’edificio. Durante il giorno, quando la temperatura esterna sale, continua a mantenere più bassa la temperatura delle mura e raffrescare l’ambiente. Se il vento cresce l’effetto sarà più veloce.
2_Qà’à
Ambiente ventilato naturalmente e composto da tre parti. In estate l’aria calda dello spazio interno sale verso l’alto e fuoriesce dalle aperture del lanternino in legno posto alla sommità generando un flusso richiama aria fresca. In inverno si sfrutta lo stesso principio di passaggio dell’aria che però viene bloccata all’interno dell’edificio chiudendo le fessure del soffitto, generando “effetto serra” che riscalda e dona benessere. È un sistema generato da pressioni differenti che entrano in gioco e che funziona anche quando all’esterno non ci sono particolari brezze. Ciò che conta è sempre poter permettere all’aria calda di uscire. Generando l’incontro/scontro con aria più tiepida e fresca.
3_Bad-ghir
Si tratta di un sistema utilizzato soprattutto in luoghi pubblici che sfrutta il principio dei moti convettivi. Una canna in muratura leggera suddivisa in quattro settori (due in ombra e due in luce) danno vita a un volano termico che estrae aria calda e immette aria fredda. Ciò che conta è l’equilibrio dimensionale tra canna, altezza e orientamento dell’edificio. La circolazione d’aria abbassa la temperatura tra i 6-10°.
Raffrescamento evaporativo dalle fontane
Anche l’acqua offre opportunità e genera possibilità rinfrescanti tramite raffrescamento ed evaporazione. Il contenuto d’acqua dell’aria è utilizzato come pozze termico naturale. Il calore sensibile dell’aria è ceduto all’acqua sotto forma di calore latente e ne permette l’evaporazione.
Ecco perché la cultura islamica proliferava di fontane al centro dei cortili. Il movimento dell’acqua nella fontana raffredda l’aria intorno.
La cultura islamica non finisce di stupire e coglie in altre piccole strategie il modo per garantirsi aria fresca durante le clamorose estati a 45°C. L’uso del legno per esempio che assorbe l’umidità del vento durante la notte, colpito dai raggi solari di giorno, rilascia la stessa umidità all’aria nell’ambiente.
Il raffrescamento per evaporazione svolge da sempre un ruolo fondamentale nel garantire benessere e qualità della vita.